Sono le 22.54 del 28 gennaio 2015 e il social network più famoso del mondo sta affrontando quello che sembra, nei primi 20 giorni del nuovo anno ormai una consuetudine, infatti in questo momento siamo di nuovo in pieno #Facebookdown.

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Ora so che vi starete chiedendo se c’era veramente bisogno di scrivere un pezzo sull’ennesima caduta di Facebook e la risposta è si, non per l’evento in se, ma per le conseguenze che un’ipotetica “fine” ingloriosa di questo social significherebbe per parecchie attività che lo considerano una specie di miniera d’oro.

Quando accadono eventi come questo infatti, la mia mente va subito a tutte quelle realtà che hanno affidato completamente le sorti dei loro business al social più affollato del web e, nonostante le varie e continue problematiche che esso si porta dietro, sono riusciti a creare una rete di contatti e di affari anche piuttosto considerevole, capendo, chi prima chi dopo, come sfruttare al meglio tutte le potenzialità della creatura di Zuckerberg.

Come ben sanno quelli che mi conoscono da un po’ di tempo, non ho più molta simpatia con Facebook per il suo modo repentino di cambiare le carte in tavola e tendo a sfruttarlo poco, privilegiando altri canali per me e per i miei clienti, resta comunque innegabile che questa per molti rimane una fonte di traffico e di conversazione troppo importante per non essere considerata.

Quindi non lo uso tantissimo, ma sicuramente lo inserisco quasi sempre nella strategia di marketing e comunicazione di quasi tutte le aziende e professionisti che si rivolgono a me, ma, e qui sta la differenza, anche quando ci sono tutti i presupposti per farla diventare la fonte di traffico principale, non la utilizzo mai da sola.

Questo per il semplice motivo che, come tutti coloro che lavorano nel mio settore sanno benissimo, nel marketing c’è un numero molto pericoloso, che è il numero “1”, per tale motivo affidare le sorti di interi business ad un canale come Facebook può farti rischiare veramente grosso.

Penso ad esempio a tutte quelle aziende che considerano Facebook come la panacea di tutti i mali, hanno le loro pagine fan con decine di migliaia di fan e riescono a portare sui propri siti migliaia di utenti in target con ottimi risultati, ma non si preoccupano minimamente di testare ed implementare altre fonti.

 

Facebook NON può essere l’unica soluzione

Ancora peggio chi utilizza i profili privati come azienda, cosa che viene proibita nei regolamenti del social network in questione, ma che fin quando il profilo non viene bannato si rimane sordi, in questi casi la cosa terrificante è che l’azienda in questione spesso non ha nemmeno un sito internet e quando gli chiedi il perché la risposta è quasi sempre: “a che mi serve tanto ho Facebook, oggi funziona solo quello.”

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Io credo che questa cosa di considerare Facebook come la gallina dalle uova d’oro sia sfuggita un po’ troppo di mano e chi la pensa come i signori di cui sopra dovrebbe riflettere in questi momenti, come ad esempio quando accade un #Facebookdown, di quanto sia costruita su fondamenta di argilla la loro attività sul web.

Ragazzi, ormai siamo talmente abituati a considerare Facebook come un elemento scontato nella vita di tutti i giorni, negli ultimi anni ci sono state delle evoluzioni così importanti nel mondo di internet da farci dimenticare che fino a pochi anni fa non esisteva niente del genere.

Non ci passa nemmeno per l’anticamera del cervello che questo social per un motivo o per un altro un bel giorno di punto in bianco possa smettere di esistere, non si considera minimamente che tutto ciò che viene fatto su Facebook rimane di Facebook e potrebbe sparire con esso.

Pensate che sia una visione tragica e catastrofista? Forse, ma è altrettanto vero che i precedenti non mancano, basta pensare a una piattaforma tipo Myspace, chi se lo sarebbe mai aspettato che da un momento all’altro finisse nel dimenticatoio? In pochi credo, però è successo.

Chi ci dice che un giorno non nascerà un nuovo social che soppianterà Facebook e sul quale dovremmo ricostruire la nostra presenza fin dall’inizio? Purtroppo fino a quando questo non succederà non ci poniamo nemmeno il problema.

Ad ogni modo, il senso di questo pezzo è quello di non affidare mai le sorti delle proprie attività online ad un social o comunque ad una sola fonte di traffico, dobbiamo costruire la nostra presenza su qualcosa che sia di nostra proprietà, il sito o il blog sono i migliori alleati in tal senso.

Allo stesso modo le fonti di traffico possibili vanno sfruttate tutte, ovviamente ciò va fatto con criterio, ogni tipo di attività ha i suoi canali privilegiati, ma comunque le porte vanno lasciate tutte aperte o in ogni caso il sistema va predisposto per ovviare alla malaugurata ipotesi che una di queste cessasse di funzionare per qualunque motivo.

Purtroppo invece vedo continuamente una certa chiusura mentale verso questo modo di pensare, la tendenza è quella di fossilizzarsi solo su un canale e concentrare tutte le energie esclusivamente su quello, attenzione che questa cosa potrebbe nuocere gravemente alla salute di tutti i vostri business e lo potrebbe fare anche in maniera irreversibile.

 

Pubblicato da Paolo

Sono un Consulente di Web Marketing prima di tutto per grande passione del settore.Mi sono avvicinato a questo "mondo" alcuni anni fa per puro caso e mi ha affascinato talmente tanto che ho voluto approfondire sempre più l' argomento tanto che, ho deciso, dalla fine del 2009, di far diventare questa mia passione una professione.Mi occupo principalmente di servizi per Acquisizione Clienti on line per conto di Aziende e Professionisti che vogliono trovare nuovi clienti sfruttando al meglio le potenzialità della rete e aiutandoli a capire quanto sia importante per chi intende promuoversi su Internet il concetto di "su misura".

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